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La campagna | Cos’è | Stadiazione | Diagnosi | Terapie | Partner

La Campagna

Il tumore al seno è la patologia oncologica più diffusa nella popolazione femminile. Più che di tumore, però, si dovrebbe parlare di tumori al seno. I tumori al seno, infatti, non sono tutti uguali, così come non sono tutti uguali i percorsi di diagnosi e cura.

Da qui nasce la campagna di sensibilizzazione “Non sono tutti uguali. Tumori al seno e percorsi di vita”, un percorso multicanale che si pone l’obiettivo di informare le donne neo diagnosticate, caregiver e pubblico generalista sulla necessità, nel caso di diagnosi di carcinoma mammario, di rivolgersi alle Breast Unit presenti sul territorio nazionale nelle quali le pazienti saranno seguite, fin dal primo passo, da un Team Multidisciplinare che inquadrerà al meglio i diversi casi in modo da identificare il percorso terapeutico personalizzato per ogni donna.

Il Progetto

Per dare voce anche gli aspetti più emozionali del patient journey, la campagna “Non sono tutti uguali. Tumori al seno e percorsi di vita” prende vita attraverso un monologo nel quale scienza e arte si fondono in un linguaggio comune e inclusivo per parlare di temi importanti di salute.
Il monologo d’autore, interpretato dall’attrice italiana Lucia Ocone, racconta il percorso delle donne che hanno affrontato o stanno affrontando la malattia.

Fotografia di Lucia Ocone con tailleur nero

Il monologo trova casa su un palcoscenico d’eccezione: in apertura dei concerti di Roma e Milano del tour italiano 2024 dei Pinguini Tattici Nucleari.

Guarda il monologo integrale

Cos’è

Il tumore al seno è causato dalla moltiplicazione incontrollata delle cellule della ghiandola mammaria. È una malattia potenzialmente grave se non è individuata e trattata per tempo; la diagnosi completa di indagini molecolari è quindi fondamentale per delineare il percorso terapeutico personalizzato.

Secondo le stime del 2023 in Italia le persone colpite da questo carcinoma sono state:

+55mila donne

Esistono numerosi tipi di tumore al seno e si possono classificare in diversi modi. Nella maggior parte dei casi si tratta di carcinomi, ossia tumori che originano dalle cellule epiteliali principalmente dei lobuli o da quelle che formano la parete dei dotti, i piccoli tubuli da cui il latte raggiunge il capezzolo. Dal punto di vista anatomico il tumore al seno si può dividere in:

I tumori al seno possono essere classificati in base a quali recettori sono presenti sulla superficie delle cellule tumorali. Questo tipo di analisi avviene a seguito della biopsia ed è un’informazione fondamentale per definire insieme al team di specialisti una terapia su misura per il caso specifico.

immagine di una cellula di tumore al seno HR+

TUMORE SENSIBILE AGLI ORMONI HR+

Quando la crescita del tumore è stimolata dagli ormoni estrogeni e/o dal progesterone si parla di tumore al seno HR+. Il tumore può essere positivo per il recettore degli estrogeni (ER) e/o per il recettore del progesterone (PgR).

immagine di una cellula di tumore al seno HER2+

TUMORE HER2+

Nel 20% circa dei tumori alla mammella, sulla superficie delle cellule tumorali è espresso in grandi quantità HER2, un recettore coinvolto nella crescita cellulare. I tumori che presentano un livello elevato di HER2 possono essere trattati con farmaci che colpiscono proprio questo bersaglio e quindi si dicono anti-HER2.

immagine di una cellula di tumore al seno triplo negativo

TUMORE TRIPLO NEGATIVO

I tumori che sono negativi per entrambi i recettori ormonali e che non esprimono livelli elevati dell’oncoproteina HER2 vengono definiti tumori triplo-negativi. Si stima che il 10-15% dei casi di tumore al seno sia triplo negativo. Oggi la ricerca ha messo a punto strategie terapeutiche mirate anche per questo tipo di neoplasia.

Stadiazione

disegno stilizzato di una donna mezzo busto a seno nudo

Assegnare uno stadio al tumore – un processo chiamato “stadiazione” – è fondamentale per identificare la migliore strategia terapeutica. Il sistema usato per il tumore al seno è il sistema di stadiazione TNM che valuta in particolare tre parametri: l’estensione della malattia (T), il coinvolgimento dei linfonodi (N) e la presenza di metastasi (M).

La lettera T si riferisce alla dimensione del tumore primario e la scala va da 1, che identifica i tumori più piccoli, a 4 per quelli più grandi. Esiste anche la sigla T0, quando il tumore primario non è evidenziabile.

La lettera N indica il coinvolgimento dei linfonodi. Può essere seguita da un numero che va da 0 (nessun linfonodo coinvolto) a 3 (molti linfonodi coinvolti). Questo parametro serve anche a comprendere alcune caratteristiche morfologiche della neoplasia e la distanza dal tumore primitivo.

La lettera M, che sta per metastasi, può avere valore 0 (se il tumore è rimasto circoscritto alla sua sede primaria) o 1 (quando il tumore si è diffuso ad altre parti del corpo).

PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO

PERCORSO DIAGNOSTICO

Per delineare la migliore strategia terapeutica è necessario avere un identikit completo del tumore. Un puzzle che si compone mettendo insieme molte informazioni, raccolte con esami e test

disegno stilizzato di una dottoressa che parla con una donna

Il sospetto diagnostico

Durante la visita il medico eseguirà un esame obiettivo, cioè la palpazione della mammella, la mammografia e l’ecografia. In alcuni casi, potrà eseguire anche una risonanza magnetica (RM) della mammella. In caso di sospetto tumore, il medico programmerà una biopsia per valutare le caratteristiche del cancro, per poter pianificare al meglio il trattamento.

Radiografia a basso dosaggio che permette di identificare i tumori mammari in stadio precoce. Una alla volta entrambe le mammelle vengono appoggiate su un apposito sostegno e compresse tra due piatti in materiale plastico così da generare un’immagine nitida.

Il test utilizza onde sonore ad alta frequenza per generare immagini delle strutture interne del corpo. Una sonda ecografica manuale permette al medico di esplorare le mammelle e i linfonodi ascellari. L’ecografia può mostrare se un nodulo sia solido o sia una cisti piena di liquido.

Il test utilizza campi magnetici e onde radio per generare immagini dettagliate delle strutture interne del corpo. Lo scanner per RM è costituito solitamente da un ampio tubo contenente potenti magneti entro cui la paziente deve rimanere sdraiata per un tempo variabile fra i 15 e i 90 minuti. La RM non rientra negli esami di routine ma potrebbe essere utile in specifiche circostanze. La RM viene utilizzata anche per stabilire se un tumore abbia risposto al trattamento e per pianificare la terapia successiva.

Se è stabilita la presenza di un tumore, il medico potrà richiedere ulteriori indagini per immagini per verificare l’eventuale diffusione in altre aree dell’organismo, come radiografia del torace, ecografia, tomografia computerizzata (TC), scintigrafia ossea o tomografia a emissione di positroni (PET).

disegno stilizzato di una dottoressa che effettua un'iniezione sul seno di una donna

Biopsia

La biopsia è un esame che permette al medico di avere informazioni sul tumore e quindi pianificare il trattamento più adatto alla paziente. Per eseguire la biopsia si usa un ago che viene inserito sotto la guida delle immagini ecografiche – oppure, quando il tumore non è visibile all’ecografia, si usa la mammografia o la RM – così da essere sicuri che il campione venga raccolto dalla giusta regione della mammella. Per facilitare l’operazione chirurgica di asportazione del tumore in un secondo momento, durante la biopsia può essere posizionato all’interno del tumore un marcatore.
Sul campione prelevato vengono eseguite analisi che permettono di esaminare le caratteristiche del tessuto (esame istologico).
Vengono eseguiti esami per valutare la presenza dei recettori degli estrogeni, del progesterone e del recettore HER2 e alcuni marker di proliferazione come Ki-67.
Sulla base dei risultati ottenuti il medico potrà richiedere altri accertamenti e discutere con la paziente le migliori strategie terapeutiche.

Gli stadi del tumore del seno

Sulla base dell’estensione della malattia, del coinvolgimento dei linfonodi e della presenza di metastasi i tumori del seno vengono classificati in diversi stadi, che identificano la gravità della malattia.

Il tumore non è invasivo ed è circoscritto alla mammella (TisN0M0)

disegno stilizzato di una donna mezzo busto a seno nudo, con un tumore al seno allo stadio 0

Il tumore è di piccole dimensioni ed è circoscritto al tessuto mammario o si ha evidenza di cancro nei linfonodi vicini alla mammella

IA

  • il tumore ha un diametro non superiore ai 20mm ed è circoscritto alla mammella (T1N0M0)

IB

  • non c’è evidenza di tumore primario (T0) o il tumore ha un diametro non superiore ai 20 mm (T1); sono presenti micrometastasi (non più grandi di 2mm) nel linfonodo ascellare omolaterale di I/II livello e i linfonodi sono mobili (N1mi); non sono presenti metastasi a distanza (M0)
disegno stilizzato di una donna mezzo busto a seno nudo, con un tumore al seno allo stadio 1

Il tumore è localizzato nella mammella o nei linfonodi vicini o in entrambi

IIA

  • non c’è evidenza di tumore primario (T0) o il tumore ha un diametro non superiore ai 20 mm (T1); sono presenti metastasi nel linfonodo ascellare omolaterale di I/II livello e i linfonodi sono mobili (N1); non sono presenti metastasi a distanza (M0);
  • il tumore ha un diametro superiore ai 20mm ma non superiore a 50mm (T2) ed è circoscritto alla mammella (N0); non sono presenti metastasi a distanza (M0).

IIB

  • il tumore ha un diametro superiore ai 20mm ma non superiore a 50mm (T2), sono presenti metastasi nel linfonodo ascellare omolaterale di I/II livello e i linfonodi sono mobili (N1); non sono presenti metastasi a distanza (M0);
  • il tumore ha un diametro superiore ai 50mm (T3) ed è circoscritto alla mammella (N0); non sono presenti metastasi a distanza (M0).
disegno stilizzato di una donna mezzo busto a seno nudo, con un tumore al seno allo stadio 2

Il tumore si è esteso dalla mammella ai linfonodi, alla cute o alla parete toracica

IIIA

  • non c’è evidenza di tumore Primario (T0); il tumore ha un diametro non superiore ai 20 mm (T1); il tumore ha un diametro superiore ai 20mm ma non superiore a 50mm (T2); il tumore ha un diametro superiore ai 50mm (T3); sono presenti metastasi nel linfonodo ascellare omolaterale di I/II livello e i linfonodi sono fissi o conglomerati a formare un pacchetto linfonodale (N2); non sono presenti metastasi a distanza (M0)
  • il tumore ha un diametro superiore ai 50mm (T3); sono presenti metastasi nel linfonodo ascellare omolaterale di I/II livello e i linfonodi sono mobili (N1); non sono presenti metastasi a distanza (M0)

IIIB

  • il tumore (di qualsiasi dimensione) si è esteso alla parete toracica e/o alla cute (T4); i linfonodi non sono interessati (N0) e sono presenti metastasi nel linfonodo ascellare omolaterale di I/II livello e i linfonodi sono mobili (N1) o i linfonodi sono fissi o conglomerati a formare un pacchetto linfonodale (N2); non sono presenti metastasi a distanza (M0)

IIIC

  • tumore di qualunque dimensione (qualsiasi T); sono presenti metastasi nel linfonodo ascellare omolaterale di III livello, nel linfonodo mammario interno omolaterale con metastasi clinicamente evidenti nei linfonodi ascellari di I/II livello, o nel linfonodo sovraclaveare omolaterale (N2 o N3); non sono presenti metastasi a distanza (M0)
disegno stilizzato di una donna mezzo busto a seno nudo, con un tumore al seno allo stadio 3

Il tumore si è diffuso ad altre aree del corpo (qualsiasi T qualsiasi N M1).

disegno stilizzato di una donna mezzo busto a seno nudo, con un tumore al seno allo stadio 4
disegno stilizzato di due dottori che anailiizao delle provette

La valutazione multidisciplinare

La diagnosi e la terapia del tumore al seno hanno bisogno di molte competenze diverse. I centri ad alta specializzazione o Breast Unit assicurano a ogni paziente di essere seguita da un team multidisciplinare nella maniera più efficace possibile. Uno studio ha evidenziato come le donne seguite in questi centri hanno il 18% di probabilità in più di sopravvivere rispetto a chi viene curato in altri centri.

Breast unit

La Breast Unit è un modello di assistenza specializzato in cui le pazienti possono trovare i servizi e i medici in grado di eseguire diagnosi, trattamento e riabilitazione psicofisica. L’unità di cura deve gestire almeno 150 casi di cancro al seno in fase iniziale e 50 casi di tumore metastatico ogni anno e deve essere coordinato da un nucleo di professionisti responsabili della gestione multidisciplinare.

È lo specialista referente per la scelta delle terapie mediche sistemiche, sia prima sia dopo l’intervento chirurgico. Segue la paziente durante tutto il percorso, dalla diagnosi al follow up.

È lo specialista che si occupa di individuare le caratteristiche del tumore analizzando cellule e tessuti prelevati dalla paziente. È lui a fornire al team multidisciplinare le informazioni molecolari necessarie alla scelta del trattamento più adeguato al singolo paziente.

È il medico che esegue gli esami di imaging come mammografie, ecografie, risonanze magnetiche e partecipa all’esecuzione di approfondimenti diagnostici come agoaspirato o biopsia, sia per le pazienti che si sottopongono allo screening mammografico sia per quelle che sono nel percorso di trattamento.

È il medico che valuta quale sia l’intervento chirurgico più adeguato e lo esegue. Può eseguire anche approfondimenti diagnostici (agoaspirato e biopsia).

È il responsabile del trattamento radioterapico e, insieme agli oncologi, segue la paziente anche durante il follow up clinico dopo il trattamento chirurgico.

Sono gli operatori che accompagnano la paziente durante il suo percorso, dalla diagnosi alla cura, aiutando i diversi specialisti coinvolti nelle diverse fasi.

È il responsabile della raccolta dei dati relativi ai trattamenti, della loro analisi e dell’organizzazione degli audit meeting sugli indicatori di qualità della Breast Unit.

Terapie

Per alcuni tipi di tumore, prima della chirurgia, si prescrive una terapia sistemica, detta neoadiuvante. L’obiettivo è quello di migliorare il risultato delle terapie poiché grazie al trattamento neoadiuvante è possibile prima di tutto ridurre le dimensioni del tumore e quindi consentire una chirurgia conservativa anche quando inizialmente non era praticabile. La risposta alla terapia neoadiuvante fornisce, inoltre, informazioni preziose per capire come modulare al meglio il trattamento dopo la chirurgia.

A seconda del tipo di tumore la terapia neoadiuvante può prevedere l’utilizzo della chemioterapia, della terapia endocrina, di quella a bersaglio molecolare o dell’immunoterapia. La terapia neoadiuvante va iniziata il prima possibile dopo aver completato diagnosi e stadiazione.

L’intervento chirurgico può essere di tipo conservativo, in cui si asporta il tumore cercando di conservare la maggior parte possibile di mammella sana, o la mastectomia, in cui viene rimossa tutta la mammella.

Durante l’intervento, se le indagini di diagnostica per immagini hanno mostrato che i linfonodi ascellari sono apparentemente liberi da cellule cancerose, si esegue la biopsia del linfonodo più importante (sentinella). Se in questo linfonodo non vengono rilevate cellule cancerose, non sarà asportato nessun altro linfonodo; se invece fossero presenti delle cellule tumorali potrebbe essere necessario asportare altri linfonodi (dissezione ascellare).

Normalmente, alle pazienti che si sottopongono a mastectomia viene offerta la ricostruzione immediata o differita della mammella, salvo in caso di cancro infiammatorio della mammella.

Gli interventi di chirurgia della mammella dovrebbero essere effettuati in Centri di Senologia multidisciplinari, accreditati dai sistemi sanitari regionali o certificati, che gestiscano almeno 150 casi all’anno. Studi scientifici hanno infatti dimostrato che in questi Centri si eseguono un maggior numero di interventi conservativi, c’è un ridotto numero di ri-escissioni, una diminuzione dei casi di trattamento inappropriato, di riammissione in ospedale o di ritardo dell’inizio delle terapie adiuvanti, e un aumento della sopravvivenza delle pazienti.

  • Resezione parziale/quadrantectomia: consiste nell’asportazione del tumore con un’area di tessuto circostante. Se l’asportazione è ampia o in posizioni particolari può essere associata a un rimodellamento da parte del chirurgo plastico. Il tessuto rimosso è inviato in laboratorio per l’esame istologico al microscopio. È seguita di solito dalla radioterapia.
  • Mastectomia: consiste nell’asportazione di tutta la mammella. Si rende necessaria nei casi in cui il tumore è voluminoso oppure è piccolo, ma con estesa componente intraduttale, oppure è multicentrico e multifocale; tuttavia, anche in questi casi è talvolta possibile conservare la cute e il complesso areola-capezzolo. In questo modo si riduce l’impatto psicologico dell’asportazione totale della mammella, garantendo al contempo, nei casi adeguati, la stessa sicurezza oncologica.
  • Ricostruzione immediata dopo mastectomia: La ricostruzione mammaria immediata dopo mastectomia è quasi sempre indicata, in quanto migliora la qualità della vita delle donne, non è associata a un aumento di recidive locoregionali, non interferisce con la diagnosi eventuale di queste ultime.

La terapia sistemica viene prescritta a seconda del tipo e dello stadio del tumore. Ne esistono di diversi tipi.

  • Chemioterapia. Si tratta di farmaci che distruggono le cellule cancerose. Dopo il completamento della chemioterapia standard per via endovenosa, ad alcune pazienti potrebbe essere offerta anche un’altra chemioterapia orale.
  • Terapia endocrina. L’azione di questi farmaci riduce gli effetti degli estrogeni sulla crescita dei tumori che rispondono agli ormoni. Rappresentano il tipo più importante di trattamento sistemico per queste forme di cancro e si possono assumere sia per bocca sia con un’iniezione.
  • Terapie a bersaglio molecolare. Sono farmaci che bloccano segnali che si attivano all’interno delle cellule tumorali e che ne promuovono la crescita.
  • Immunoterapia. Si tratta di una strategia terapeutica che agisce sul sistema immunitario, aiutandolo a colpire le cellule cancerose. Si usa in alcuni casi in combinazione con la chemioterapia.

La radioterapia è un tipo di trattamento che utilizza le radiazioni ionizzanti per danneggiare il DNA delle cellule cancerose e causarne la morte. Solitamente viene somministrata dopo la chirurgia conservativa della mammella, ma può essere utilizzata anche dopo la mastectomia; può essere somministrata durante l’intervento e/o successivamente. La radioterapia può essere somministrata anche in pazienti che non possono essere operate.

Partner di progetto

A.N.I.S.C. Associazione Nazionale Italiana Senologi Chirurghi, è nata nel 2005 con l’obiettivo di riunire i Chirurghi Italiani dedicati alla Senologia.

https://www.anisc.org/

logo APS Senonetwork Italia scritto in blu

Il progetto APS Senonetwork Italia ha lo scopo di promuovere il trattamento della patologia della mammella in Italia in centri dedicati che rispettino i requisiti europei per offrire a tutte le donne pari opportunità di cura.

https://www.senonetwork.it/

SIAPeC-IAP, Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica.

https://www.siapec.it/

SIRM, Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica, Società dei medici radiologi e radiologi interventisti che conta, al 2023, più di 12000 soci, rappresentando una delle principali società scientifiche italiane ed europee, accreditata presso il Ministero della Salute. È articolata in 20 sezioni di studio e 18 gruppi regionali.

https://sirm.org/

SIPO, Società Italiana di Psico-Oncologia è una Associazione Scientifica, apartitica e senza fini di lucro, fondata nel 1985, che sorge come associazione integrante le figure professionali (psicologi, oncologi, psichiatri e altri operatori sanitari) che lavorano nell’ambito dell’oncologia e dell’assistenza alle persone malate di cancro e alle loro famiglie.

https://siponazionale.it/

logo Susan G. Komen Italia scritto in nero e rosa

Susan G. Komen Italia è un’organizzazione basata sul volontariato, in prima linea nella lotta ai tumori del seno, su tutto il territorio nazionale.

https://www.komen.it/

logo A.P.S. Europa Donna Italia scritto in blu

A.P.S. Europa Donna Italia è il movimento che tutela i diritti alla prevenzione e alla cura del tumore al seno. L’Associazione, nata nel 1994 da un’idea del professor Umberto Veronesi, è membro della coalizione europea che include ad oggi 47 Paesi e può contare sulla collaborazione di 185 associazioni iscritte.

https://www.europadonna.it/

logo Fondazione IncontraDonna scritto in rosa

Fondazione IncontraDonna, è l’organizzazione non profit che opera al fine di promuovere un sistema salute che sia sempre più fondato sulla equità, sulla innovazione e sull’accessibilità, in funzione dei bisogni della collettività e dei pazienti oncologici.

https://www.incontradonna.it/index/

logo Salute Donna Onlus

Salute Donna Onlus è un’associazione di volontariato che dedica le proprie energie alla promozione dell’educazione alla salute, alle attività di prevenzione delle malattie oncologiche, alla informazione sull’importanza dei principi che sono alla base dei corretti stili di vita, al sostegno dei pazienti oncologici nel percorso di cura, al supporto della ricerca scientifica e alla tutela dei diritti dei pazienti anche attraverso un’importante azione Istituzionale.

https://www.salutedonnaonlus.it/